“Scipionyx ci ha aperto orizzonti nuovi di ricerca. A Pietraroja ci aspettano nuove sorprese”
Intervista al Paleontologo Cristiano Dal Sasso, autore dei fondamentali studi sullo Scipionyx “Ciro”
Data:
23 Giugno 2022
Cristiano Dal Sasso è il paleontologo che meglio conosce lo Scipionyx samniticus a cui ha dedicato lo studio fondamentale, firmato insieme a Simone Maganuco, (si può leggere e scaricare qui) e i lavori pubblicati da Nature. A lui, che sarà tra i protagonisti delle giornate dell’EAVP di Benevento abbiamo chiesto di fare il punto sullo straordinario ritrovamento e sulle prospettive degli studi e delle ricerche a Pietraroja.
Lei è il maggiore esperto dello Scipionyx samniticus, il cucciolo di dinosauro rinvenuto a Pietraroja. La conferenza EAVP che si terrà proprio nell’edificio della Soprintendenza a Benevento che ospita il fossile sarà una occasione per tornare a visitarlo o magari a vederlo per la prima volta. Se dovesse spiegare a dei ragazzi delle scuole l’importanza di questo ritrovamento cosa sottolineerebbe?
Davanti al piccolo dinosauro, farei prima di tutto capire come anche un fossile di dimensioni limitate possa avere una importanza enorme, direi per certi aspetti maggiore di uno scheletro di T. rex. Infatti, nessuno dei grandi scheletri di dinosauro trovati in America conserva organai interni o muscoli così ben conservati come Scipionyx. E questo lo provano non solo le osservazioni a occhio nudo, ma anche e soprattutto quelle che abbiamo fatto con il microscopio elettronico del Museo di Storia Naturale di Milano: Scipionyx ha una conservazione eccezionale dei tessuti, anche a livello delle cellule, che sono fossilizzate una ad una. Mostreremo queste immagini durante la conferenza di apertura del convegno EAVP.
Tra gli obiettivi dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja c’è anche quella di una ripresa degli studi e delle ricerche nell’area. É possibile che emergano nuovi importanti ritrovamenti e lei cosa si aspetta?
Il giacimento di Pietraroja è, per le sue caratteristiche peculiari, un giacimento “a conservazione eccezionale”. In parole più semplici, qui i fossili sono spesso interi, completi, e hanno un dettaglio unico di conservazione, grazie a particolari condizioni paleo-ambientali. Per esempio, i pesci cartilaginei hanno mantenuto cartilagini e pelle, tanti pesci hanno tracce di muscolatura, pigmenti degli occhi e degli organi interni. Quindi, se si scavasse ancora con metodi moderni e più attenti, si potrebbero trovare fossili di grande valore estetico e scientifico. Non è nemmeno escluso che si possa trovare un altro dinosauro…
L’Italia in passato si pensava fuori dal “circuito” dei grandi ritrovamenti dei dinosauri. Oggi grazie a “Ciro” e a chi lo ha seguito in altre parti d’Italia. Perché questo cambiamento di prospettiva?
Una volta trovato il primo dinosauro, geologi e paleontologi hanno aguzzato la vista e la popolarità della scoperta di Ciro ha favorito anche l’interesse di appassionati e cittadini comuni. Molte scoperte sono state casuali, ma ora sappiamo che c’erano dinosauri anche in Italia e dunque sono in atto anche ricerche mirate da parte di diversi musei e università, nelle località più promettenti della Penisola.